Testi critici

Go with the flow

Chi ha steso braccia al largo | battendo le pinne dei piedi | gli occhi assorti nel buio del respiro, | chi si è immerso nel fondo di pupilla | di una cernia intanata | dimenticando l’aria, chi ha legato | all’albero una tela e ha combinato | la rotta e la deriva, chi ha remato | in piedi a legni lunghi: questi sanno | che le acque hanno volti. | E sopra i volti affiorano | burrasche, bonacce, correnti | e il salto dei pesci che sognano il volo.“ (Erri De Luca)

Le acque hanno volti, scrive Erri De Luca. Miriadi di volti, di reconditi significati e di ancestrali simbologie. L’acqua è elemento essenziale della vita dell’uomo: trasparente e fluida, è penetrata con la sua liquidità in tutte le sfere della conoscenza, da quella mitologica e filosofica a quella mistico-religiosa, per materializzarsi nelle visioni artistiche a partire dai graffiti rupestri all’arte moderna e contemporanea. 

La filosofa Cecile Guérard nel suo saggio Piccola filosofia del mare evidenzia come il mare, e più in generale l’acqua, ha da sempre influenzato l’evolversi del pensiero umano; il mare -l’acqua- e la filosofia condividono lo stesso movimento: incarnano la vita, le indicano la rotta. L’acqua è simile all’anima e allo spirito dell’essere vivente: ha tante forme, è fiume, mare, lago, sorgente. È dolce e salata, calma e apparentemente calma, irrequieta ed inquieta. Possiede la gravità e la profondità abissale, è mobile, ciclica, periodica, dinamica e trasformista. 

Zigmunt Bauman, in Vita liquida, definisce l’esistenza del mondo contemporaneo “liquida”: come l’acqua che scorre non è mai la stessa, anche la nostra vita possiede la caratteristica della velocità e del continuo cambiamento. La vita liquida come la società liquido-moderna non è in grado di conservare la propria forma o di tenersi in rotta a lungo. 

Carl Gustav Jung nel 1955 nel Mysterium coniunctionis scriveva: L’acqua in tutte le sue forme – in quanto mare, lago, fiume, fonte ecc. – è una delle tipizzazioni più ricorrenti dell’inconscio. L’acqua è vita e morte, ma anche simbolo di sacralità e purificazione, elemento di una antica intimità ma anche di sconfinati ed insondabili misteri. È, anche dal punto di vista fisico e chimico, materiale di trasmissione e congiunzione: nell’acqua è il senso del trascorrere e dell’andare. 

L’acqua ha in sé memorie e storie: Go with the flow racconta di flussi e correnti, di volti e forme, di rotte seguite ed abbandonate, di viaggi nell’impalpabile liquidità della vita. Mara van Wees, Nina Eaton e Valter Sambucini, utilizzando diversi media, iniziano un percorso a tre nelle chiare e verdi inimmaginabili trasparenze.

Mara van Wees plasma la materia, realizza volumi che si inarcano in movimenti ondulatori, flessibili e fluidi. Contengono spiriti e aliti di acqua e di vento: si impongono con la loro imprenscindibile presenza, corporea ma instabile, e riportano a vissuti lontani. Convivenza stretta & La solitaria, in superficie, odorano di terra, ne prendono il purpureo colore e nelle viscere contengono echi e fiati sgorganti; in Atlantide si intrecciano onde zaffiree e scroscianti zampilli o monotòni e placidi moti. 

Nina Eaton segue la rotta del fluire del colore che, liquido e viscoso, scorre nelle porosità della tela. Forme e segni scandiscono le onde emotive dell’anima e della memoria, fino ad arrivare nell’ignoto dell’inconscio. Il colore, steso con profonde pennellate, si separa e si struttura in superfici ondulate e flussi migratori della mente. Le acque di Nina sono vivifiche e salvifiche, segnano il confine tra spazio e tempo, tra finito e non finito e conducono il pensiero in luoghi intimi e nascosti. 

Valter Sambucini si immerge nelle immagini virtuali riflesse seguendo un percorso simbolico e antropologico, cercando indizi e fissandoli in istanti congelati con il mezzo fotografico: cattura, come scrive Carla Guidi nella sua recensione, rifrazioni dalle superfici quadrettate di palazzi, oppure nelle sottili increspature riflettenti dell’acqua ferma delle pozzanghere gelate, cogliendo vecchi muri doppiati in un canale livido di una Venezia segreta e solitaria, oppure ricordi sfuggenti in vecchi specchi deformati.

Noi non ci realizziamo mai. Siamo due abissi: un pozzo che fissa il Cielo. (Fernando Pessoa)

Rome Art Week 2018
Go with the flow
Nina Eaton – Valter Sambucini – Mara van Wees
a cura di Roberta Melasecca

24 – 26 ottobre 2018
St Stephen’s Cultural Center
Viale Aventino 17 / Ingresso da Via Aventina 1 – Roma

St Stephen’s Cultural Center
agnes.martin@sssrome.it

Lascia un commento