Burning Home è un rito collettivo, psico-artistico, al quale il pubblico potrà partecipare attivamente: Barbara Lalle darà inizio all’azione performativa con la costruzione di un modello di casa, solida, in legno naturale, colorata in alcuni punti, completata con mobili, suppellettili varie ed alcuni personaggi. All’interno di uno spazio circolare, simbolo di comunicazione, magia, costruzione di una comunità seppur momentanea, la cerimonia verrà scandita dal ritmo dei tamburi giapponesi di Rita Superbi, che improvviserà in totale libertà espressiva e interagirà con l’inconscio collettivo.
Al temine delle operazioni di costruzione, la casa e il suo contenuto saranno incendiati: tutto rimarrà immobile, solo il fuoco si muoverà e inonderà completamente l’abitazione. Prima che il fuoco possa esaurire la sua forza distruttiva, ognuno dei partecipanti alla serata potrà consegnare le “proprie case”, i propri “ricordi” da bruciare, affidando alle mani della performer/sacerdotessa l’oggetto simbolico portato da casa.
Burning Home ci porta a riflettere su luogo e memoria, in una dimensione contemporaneamente e alternativamente privata e collettiva. La casa è spazio intimo, intriso di molteplici significati, sulla quale si riflette la nostra identità psichica: luogo di riparo, protezione, dove si sviluppano gli affetti familiari e dove ognuno nella relazione con l’altro costruisce la propria personalità . Carl Gustav Jung in un suo sogno del 1909 la interpreta come un simbolo dell’Io strutturato attraverso molti livelli di coscienza: la casa come “pelle psichica” o allegoria del corpo umano, inseparabile dalla nostra identità . Gaston Bachelard definisce la casa come uno spazio che racchiude e comprime il tempo attraverso la memoria e l’immaginazione: la casa è il nostro angolo di mondo, il nostro primo universo, uno dei più potenti elementi di integrazione per i pensieri, i ricordi e i sogni dell’uomo. La casa è anche zona di confine, luogo intermedio tra ciò che è interno-interiore e ciò che è esterno-esteriore. E così la casa bruciata è distruzione solo apparente: il fuoco e la casa sono immagini dell’io che decide di tagliare il primigenio cordone ombelicale, che lo tiene agganciato saldamente alla terra, per scoprire le infinità dello spirito. Il fuoco è l’elemento intermediario tra interno ed esterno: consente al luogo delle memorie di non perdersi nell’introverso e nel separato ma di entrare in contatto con l’altro da sè. La casa, dunque, proprio nell’azione, diventa simbolo dell’individuo e del suo divenire: in una continua tensione dal finito all’infinito, il fuoco realizza e rende reale, attraverso l’arte, la metafora, sacralizzando il senso di eterno. Bruciare per divenire altro: il qui ed ora scompare, si trasforma, come si trasforma il nostro essere in virtù di una forza interiore, sorgente inesauribile di energia. Bruciare per rendere le memorie eterne, libere da ogni dimensione.
La casa diventa, con questo rito individuale e collettivo, metaforico e religioso, infinitamente attiva (Il simbolo trasforma il fenomeno in idea, l’idea in immagine sempre infinitamente attiva e irraggiungibile – cit. Goethe): i partecipanti, come dei fedeli, assisteranno e si uniranno al rito, donando eternità ad oggetti della memoria individuale che nessuno vorrebbe mai vedere deteriorati, frantumati, derubati, perduti. Le ceneri saranno corpo e testimonianza della trasfigurazione, della trasmutazione: l’oggetto, divenuto eterno, si trasformerà in luce, calore e cenere, viaggerà verso altri luoghi.
Burning Home. Libera i ricordi con il fuoco
Barbara Lalle / Alessandro Arrigo
Performance di arte partecipata a cura di Roberta Melasecca
Con la partecipazione di Rita Superbi e Paolo Tagliaferri
Con la partecipazione dei dj Yage, Koral e Klauko
Con la partecipazione della hola-hoop dancer Francesca Alesse
Sabato 28 aprile 2018
Tevere Art Gallery
Via di Santa Passera, 25 – Roma
06 5561290
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