Poesie

Dissertazioni sull’amore

La societĂ  incasella i rapporti personali all’interno di alcune categorie proprio perchè etichettare una situazione la relega a quella zona di confort che la mente può facilmente comprendere e che è codificata come accettabile nel sistema. Fondamentalmente i ruoli “fidanzato/a”, “compagno/a”, “marito/moglie” servono esclusivamente per spalmarsi in un determinato stato ed evitare di porsi il problema dell’altro da noi. Applicare tali definizioni ai rapporti amorosi ci conduce a sistemarsi in uno stato di quiete per il quale alcune cose sono concesse a priori, altre sono obbligatorie a priori, come se esistesse uno standard di comportamento al fine di mantenere lo status stesso. 

Così facendo passa subito in secondo piano il vero “motivo” o meglio la vera “energia” che è alla base di una relazione: l’incontro. L’incontro è sempre l’avvicinamento tra due esseri profondamente diversi che provano a fare diventare tangenti in qualche punto alcuni elementi attraverso un processo di condivisione, accettazione, scambio ed accoglienza l’uno dell’altro, l’uno per l’altro, l’uno con l’altro. Adagiandosi all’interno del sistema di convenzioni imposto dalla societĂ , si dimentica ad un certo punto, dopo il primo momento iniziale che coincide con la fase dell’innamoramento, che invece occorre solo “vivere” e che quell’innamoramento iniziale solo con la “vita immedesimata” si trasforma in amore. Amore è sempre volere, desiderare, lavorare per il bene dell’altro che coincide contemporaneamente con il bene personale perchè la relazione d’amore non è centrata sul singolo ma sui due e sull’elemento terzo che da essi nasce (una sorta di figlio spirituale, risultato dei due i quali, uscendo fuori dall’individualismo, cercano la costruzione di qualcosa che appartiene ad entrambi ma non si identifica piĂą solo con uno di loro). 

Costruire l’amore si estrinseca in diverse azioni che derivano da quanto abbiamo vissuto in quel periodo della vita che coincide con l’infanzia e con i cosiddetti giochi di ruolo. Infatti il bambino si immedesima nel personaggio che sta vivendo (e non rappresentando); e per quello stesso meccanismo di immedesimazione, se in un gruppo di bambini uno di essi inizia a piangere, tutti dopo un po’ piangeranno consecutivamente. L’immedesimazione la si impara solo da piccoli e se durante l’infanzia ci è preclusa questa esperienza, difficilmente la si potrà imparare successivamente con la crescita. La relazione amorosa è una sorta di gioco di ruolo dove i giocatori si immedesimano l’uno nell’altro, provano nel corpo le gioie e i dolori dell’altro, fanno propri i problemi e si immergono nelle vite gli uni degli altri pur mantenendo una propria integrità di corpo e spirito. Infatti affinché l’esperienza di immedesimazione riesca, occorre che i giocatori posseggano una presenza totale individuale del proprio sé. Solo in questo modo, con questa parità, è possibile una donazione completa di quello che si è per generare l’incontro. 

Nell’incontro i due sono sempre e costantemente “nuovi” perchè è insito in essi un percorso di cambiamento continuo che non li rinchiude dentro una configurazione iniziale che si mantiene inalterata. Nell’incontro è la vita ad essere condivisa e immedesimata attraverso i gesti che la caratterizzano giorno dopo giorno in un continuum che sposta di volta in volta il centro. Nella libertà di disfarsi dei sistemi preconcetti e delle etichette che relegano i due in identità che non appartengono loro e che limitano la vera essenza dell’amore, appare disvelata la naturalezza della trasformazione e la bellezza della condivisione e dell’immedesimazione, le quali non hanno più bisogno di spiegare la natura del loro essere.

Lascia un commento