Testi critici

La pittura basta a se stessa

La pittura è un modo originariamente e ontologicamente consapevole per andare oltre il tempo, il limite dell’esperimento linguistico, le strategie della citazione e dell’appropriazione… uno strumento che è il destino stesso dell’arte, e in particolare dell’arte italiana.” (Laura Cherubini e Andrea Viliani, Flash Art, La pittura è una storia italiana. Prima che la pittura ritorni: 1959-1979. Parte prima)

In un articolo su Flash Art del 2019 Laura Cherubini afferma che la pittura è il destino stesso dell’arte: citando Gino De Dominicis, il quale soleva ripetere che la pittura è una storia italiana, contenente anche una vocazione antropologica, la storica dell’arte evidenzia come la pittura sia ancora uno strumento naturale e privilegiato di ricerca e conoscenza. Una recente inchiesta di Artribune sulla pittura in Italia, Pittura lingua viva 100. La pittura oggi secondo gli artisti a cura di Damiano Gulli, dando voce a cento artisti italiani contemporanei, rivolge l’attenzione su di un panorama estremamente variegato: dalla pittura “espansa” alla pittura pittura, dalle contaminazioni disciplinari al rapporto con l’illustrazione e il fumetto fino alla reinterpretazione delle tecniche e delle iconografie tradizionali. 

La lettura delle diverse interviste delinea un coro di voci quasi unanime: per Marta Sforni la pittura è la lingua attraverso la quale si esprime; per Giulio Frigo dipingere è pensare per immagini, lasciare una testimonianza di una sensibilità singolare; per Elisa Filomena la pittura è un mezzo espressivo atavico, parte inscindibile della natura umana, che trascende e supera il tempo. Fare pittura è qualcosa che hai dentro di te, afferma Enrico Tealdi, mentre per Giuseppe Adamo la pittura è una necessità biologica, è al tempo stesso dentro e fuori la Storia. Per ricordarci che siamo esseri umani (Vincenzo Ferlita); Non so fare altro, perché la pittura si fa con la pittura. È un dono, una responsabilità, un dovere (Guglielmo Castelli);Dipingo per tornare a casa (Angelo Bellobono); Per amore. Nel mio caso è difficile smettere (Jacopo Casadei); Io dipingo perché sono pazzo, sono ossessionato, posseduto. È un’esigenza, non dipende da nient’altro. È vitale. Lo devo fare e basta (Daniele Innamorato); La pittura si basta da sé e basta a chi la fa (Luigi Presicce). 

La pittura è, dunque, un attraversare il paesaggio dell’anima in un continuum inscindibile che travalica lo spazio-tempo, un percorrere luoghi insondati e eternamente diversi, come è differente in ogni attimo la fame insaziabile di conoscenza. La pittura è un’urgenza poetica: in ciò risiede la sua attualità e Glauco Barlecchini ne è pienamente cosciente, facendo della sua lunga ricerca artistica l’affermazione dello spirito di un presente attuale e contemporaneo. 

Dalle enigmatiche figure degli anni ’70, attraversando le vive coloristiche rappresentazioni paesaggistiche degli anni ’90 fino alla rarefazione del segno e del colore e alla purezza del monocromo, la pittura di Glauco è un agire tra immagini e astrazioni, indagine sommersa del sensibile e del visibile che definisce ambiti di appartenenza e interpretazione del reale e della visione. La pittura si trasmuta in corpo dell’artista, riappropriandosi dei segni e delle scritture, diventa narrazione di una cartografia interiore, identificandosi ora in brani di vedute, ora in caduche figurazioni dell’oltre. La pittura di Glauco torna, così, alle origini, spogliandosi degli orpelli non necessari e assumendo in sé la sua inevitabile dimensione ontologica: è dichiarazione d’amore, evocata dall’utilizzo dei soli colori primari, che è al tempo stesso assunzione di responsabilità e dimostrazione di completa fiducia del gesto.

E così l’opera coincide con il territorio degli accadimenti, i paesaggi appaiono inabitati o percorsi da presenze vibranti e stratificate, la natura emerge nella sua essenza meditativa di sospensione temporale e la luce, attraversando lo spettro visibile, è filtro di osservazione sincero e coraggioso. La pittura di Glauco è impercettibile tensione tra sguardo e superficie e con inavvertita semplicità afferma se stessa, sopravvive e vive, plasma pezzi di nuova realtà, rivela e guarda la vita. 

“…. la pittura e il pensiero sull’arte si pongono come rappresentazioni umane del mondo e della ricerca delle verità fondamentali, il che porta a svolgimenti e trame visive inedite ma anche a possibili mondi, a pezzi di nuova realtà.” (Francesco Correggia, Il nuovo sublime della pittura italiana del presente, La Stampa, 2013) 

INFO

Glauco Barlecchini
SINTESI

Testo critico di Roberta Melasecca

Inaugurazione 21 gennaio 2023 ore 17.30
HEART Galleria Laboratorio
Via Tirso 2 – Teramo
Fino al 28 gennaio 2023

Lascia un commento