Testi critici

Acheiropoieton

Non interpretare è impossibile, come è impossibile trattenersi dal pensare.” (Italo Calvino, Palomar)

Teschi damascati o con immagini floreali, fiori con teste di uccello, piatti decorati con raffigurazioni stilizzate: l’ultimo ciclo di opere in ceramica di Lara Pacilio affonda le radici in un lontano passato per poi innestarsi nel presente di un nuovo umanesimo e di una nuova ecologia umana1. Infatti la parola teschio deriva dal latino testŭlum, ovvero coperchio o vaso di terracotta: utilizzata prevalentemente per indicare l’insieme delle ossa della testa, è connessa all’idea della morte ma anche alla transitorietà della vita. Per gli Egizi e gli Aztechi il teschio rappresentava il ciclo di morte e rinascita, mentre per Amerindiani si legava al concetto del cerchio dell’esistenza attraverso cui si potevano comprendere il cosmo e i misteri della vita. Per le culture arcaiche la morte non era gravata dalla visione negativa che successivamente il mondo occidentale le ha conferito: il teschio, raffigurando l’unica cosa che rimane, era cielo del corpo e immagine della mente. Addirittura i teschi di alcuni animali, simboli sacrali del tempo che scorre, erano capaci di evocare le energie e lo spirito di chi li aveva posseduti in vita. 

L’effigie del teschio ha subito innumerevoli variazioni e significanti nel corso della storia: dal medioevo in poi compare nell’immaginario artistico come vanitas, genere pittorico dove oggetti, fiori, frutta e ornamenti vari vengono accostati al cranio, evidenziando in tal modo come l’antica morale della vanità terrena si confronti con la caducità della vita e con lo scorrere inevitabile del tempo che corrompe la bellezza. Già dal Seicento, in una vanitas rovesciata, il teschio, non opera dell’uomo ma acheiropoieton, diventa oggetto decorato, prezioso; ed oggi, memore di un percorso ancestrale, ad esso conferiamo il vissuto profondo, intimo, personale o collettivo, simbolo di diverse e non sempre concordi interpretazioni della società attuale. 

Lara Pacilio, con una naturalità simile a quella della spiritualità sciamanica, plasma teschi di animali con il candore e la lucentezza del media da lei scelto, la ceramica, e ne anima le superfici con geroglifici floreali e geometrici; allontana le visioni della morte e recupera gli elementi primari, originari, provenienti dall’essenza più pura di quello che per lei è solo vita. “Il teschio non è una cosa spaventosa, è solo un elemento primario, elemento di conoscenza, la cosa più vecchia e tranquilla che abbiamo” afferma Enzo Cucchi. E con questa consapevolezza l’artista ri-scopre il suo essere natura con gli esseri di un unico ecosistema, dello stesso ecosistema per il quale non esiste più antropocene che ne mini l’esistenza e la sopravvivenza. Come nati e forgiati da mani soprannaturali, gli animali di Lara Pacilio narrano storie e vite effimere che non si adagiano nella semplice contemplazione di un mistero. Parlano invece e affermano forza, fermezza, energia, vitale anima e costruiscono quel nuovo umanesimo che non vuole accettare una diversità tra gli esseri umani e non umani ma fonda e costruisce una comunità multispecie con gli altri biosistemi animali e vegetali. Anche nella serie dei piatti in ceramica, l’artista ritrova un immaginario primigenio e fanciullesco, un afflato istintivo di un mondo alla rovescia -di una alice nel paese delle meraviglie- che contemporaneamente attira e respinge attraverso un meccanismo dualistico sistemico di libertà e condizionamenti. E tenta una strada, una decisione, una scelta. 

L’uomo è uno dei più grandi misteri della vita, mentre il teschio è l’involucro che contiene il più grande mistero della morte: di per se stesso grand maître à penser, custode di memorie e di conoscenze che sono più intuite che comprese.” (Alberto Zanchetta, Frenologia della vanitas. Il teschio nelle arti visive)

  1. Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus (1 maggio 1991), 38: AAS 83 (1991), 841.

Rome Art Week 2021
Lara Pacilio
Nuove opere 2021

A cura di Roberta Melasecca

30 ottobre 2021 ore 18.30
Assemblea Testaccio
Via Alessandro Volta 22 – Roma

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